Quando si configura il reato di omicidio stradale? In che cosa consiste e come si svolge un processo penale?
Con il varo della Legge n. 41 del 2016 l’omicidio stradale è diventato ufficialmente un reato autonomo rispetto all’omicidio colposo, con pene decisamente più severe.
Lo scopo perseguito dal legislatore, infatti, è quello di ridurre quanto più possibile le morti dovute ad incidenti stradali, ormai sempre più numerose.
È stato solo dopo anni ed anni di accesissime proteste da parte di tutti i familiari delle vittime della strada che si è giunti alla Legge n. 41 del 2016, ed oggi questa nuova figura di reato è espressamente disciplinata dall’art. 589 bis del Codice Penale.
Conseguentemente all’arrivo di questa nuova figura di reato, il legislatore ha abrogato la figura dell’omicidio colposo commesso in conseguenza della violazione delle norme sulla circolazione stradale e contenuto nell’art. 589 c.p.
- Indice articolo
- Cosa si intende con “omicidio stradale”
- Gli elementi costitutivi del reato
- Omicidio stradale: arresto
- Omicidio stradale: pena
- Omicidio stradale: aggravanti
- Omicidio stradale plurimo
- Omicidio stradale: attenuanti
- Omicidio stradale: come difendersi
- Quanti morti all’anno sono causati dall’omicidio stradale
- Quando rivolgersi ad un avvocato
- Link esterni di approfondimento
- Vuoi una consulenza legale?
Cosa si intende per omicidio stradale?
L’omicidio stradale è un reato che si verifica quando una persona causa la morte di un’altra persona in un incidente stradale a causa di una violazione delle norme sulla circolazione stradale.
L’articolo 589 bis del codice penale descrive tre situazioni in cui questo reato può essere commesso, ognuna con sanzioni diverse a seconda della gravità dell’azione compiuta.
- La prima condotta descritta dall’art. 589 bis c.p. è quella di chi cagiona, per colpa, la morte di una persona a seguito della violazione delle norme che disciplinano la circolazione stradale. Si pensi ad esempio a chi, non curante del semaforo rosso, sfreccia a tutta velocità nell’incrocio e uccide un passante.
- Diverso, invece, è il caso in cui la morte di un soggetto sia stata causata per colpa di chiunque si metta alla guida di un veicolo a motore in stato di ebbrezza alcolica, quantificato con un tasso alcolemico superiore a 1.5 grammi per litro di sangue o in stato di alterazione psicofisica derivante dall’assunzione di sostanze psicotrope o stupefacenti.
- L’ultima ipotesi prevista dall’articolo sopra richiamato si verifica nel caso in cui la morte di una persona sia stata cagionata per colpa del conducente di un veicolo a motore che si trova alla guida in stato di ebbrezza alcolica quantificato con un tasso alcolemico compreso tra 0.8 e 1.5 grammi per litro di sangue.
La medesima pena, inoltre, è prevista dal legislatore anche in altri casi, ad esempio:
- Quando la morte di un soggetto è causata dal conducente di un veicolo a motore che attraversa un’intersezione con il semaforo rosso o circoli contromano su strada pubblica.
- Quando la morte di un soggetto è stata causata dal conducente di un veicolo a motore che circoli nel centro urbano ad una velocità che sia almeno pari al doppio di quella consentita dalla legge e comunque non inferiore a 70 km/h, o che circoli su strade extraurbane ad una velocità superiore di almeno 50 km/h rispetto a quella massima consentita dal codice della strada.
- Quando la morte di un soggetto è causata dal conducente di un veicolo a motore che faccia un’inversione il senso di marcia in prossimità o in corrispondenza di intersezioni, quindi di incroci stradali, curve, dossi o che sorpassi un altro mezzo in corrispondenza di un attraversamento pedonale o di una linea continua.
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Gli elementi costitutivi del reato

Per quanto concerne gli elementi strutturali del reato in esame, si tratta innanzitutto di un reato cosiddetto comune, ovvero può essere realizzato da chiunque ed è un cosiddetto reato di danno poiché per essere integrato necessita la lesione del bene giuridico, ossia la vita, della vittima.
Inoltre, è un reato colposo, ovvero un reato che si realizza a causa della negligenza, imprudenza o imperizia del soggetto agente, consistente nella violazione di leggi, regolamenti, ordini e discipline che riguardano la circolazione stradale.
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Omicidio stradale: arresto
Al fine di ridurre al minimo il fenomeno dilagante dell’omicidio stradale il legislatore ha previsto, in alcuni casi, un vero e proprio obbligo di arresto a carico di chi ha posto in essere l’omicidio.
La lettera M dell’art. 380 del Codice di Procedura Penale ha previsto l’obbligo di adottare una simile misura esclusivamente nei casi in cui al secondo e terzo comma dell’art. 598 bis c.p., ovvero nei casi in cui la legge punisce con la reclusione da otto a dodici anni l’omicidio.
In tutti gli altri casi, invece, l’arresto è sempre facoltativo.
La ratio è chiara, il legislatore ha previsto l’arresto solo per quelle ipotesi più gravi, mentre in tutti gli altri casi ha dato la possibilità di valutare l’opportunità o meno della misura restrittiva, sicuramente utile in caso di possibile fuga del soggetto che ha causato l’omicidio stradale.
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Omicidio stradale: pena
Come anticipato, il legislatore ha previsto diverse condotte di omicidio stradale, tutte punite con pene diverse.
La figura che possiamo definire “generale” del reato di omicidio stradale è prevista dal primo comma dell’art. 589 bis c.p. il quale dispone che chiunque cagioni per colpa la morte di una persona con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale è punito con la reclusione da due a sette anni.
Il legislatore, dunque, al fine di stigmatizzare al massimo tali condotte, ha deciso di optare direttamente per una pena detentiva piuttosto severa.
Il secondo comma, invece, estende la pena detentiva da due a sette anni anche a chi, ponendosi alla guida di un veicolo a motore in stato di ebbrezza o di alterazione psicofisica conseguente all’assunzione di sostanze stupefacenti, nonché nelle tre ipotesi sopra descritte e menzionate dall’art. 589 bis c.p.
Il sesto comma della norma in esame, ancora, prevede delle circostanze aggravanti della pena, ovvero, nel caso in cui il reato di omicidio stradale sia commesso da persona non munita di patente di guida o con patente sospesa o revocata, ovvero nel caso in cui il veicolo a motore sia di proprietà dell’autore del fatto e tale veicolo sia sprovvisto della polizza assicurativa obbligatoria.
Il comma successivo, invece, prevede una riduzione della pena, pari alla metà, nel caso in cui l’evento, ovvero la morte della vittima, non fosse l’esclusiva conseguenza dell’azione o dell’omissione del colpevole.
Infine, l’ultimo comma, prevede un’ulteriore circostanza aggravante nel caso in cui il conducente cagioni la morte di più soggetti, ovvero la morte di una persona o più persone e lesioni a una o più persone: in questo caso si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la pena più grave delle violazioni commesse, fino al triplo, tuttavia, al fine di ridurre un’ eccessiva compressione del bene giuridico “libertà”, la pena non può comunque eccedere gli anni diciotto.
Infine, l’art. 587 ter del Codice penale dispone che, nel caso di cui all’art. 589 bis c.p., se il conducente si da alla fuga la pena è aumentata da un terzo a due terzi e comunque non può essere inferiore a cinque anni di carcere.
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Omicidio stradale: aggravanti
Come anticipato, il reato di omicidio stradale è puntualmente descritto dal primo comma dell’art. 589 bis c.p.
I commi successivi, invece, prevedono le cosiddette aggravanti del reato in esame.
In breve, quando il delitto colposo viene realizzato da un soggetto mentre è alla guida di un veicolo a motore in stato di ebbrezza alcolica o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, la pena è aggravata.
Le ipotesi di omicidio stradale aggravato sono essenzialmente tre:
- Se il tasso alcolemico supera 1.5 grammi per litro di sangue o il soggetto risulta essere sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, è prevista la pena detentiva da otto a dodici anni;
- Se il tasso alcolemico, invece, dovesse essere compreso tra 0.8 a 1.5 grammi per litro di sangue ed il soggetto autore del reato è un conducente che esercita attività di trasporto di persone (ai sensi dell’art. 85,86,87 del Codice della strada)
- Se si tratta di conducente di veicoli di massa complessiva a pieno carico superiore a. 3.5 tonnellate, di autobus e di altri veicoli destinati al trasporto di persone il cui numero di posti a sedere, escluso il conducente, sia superiore ad otto, la pena è la reclusione da otto a dodici anni;
Infine, ad esclusione dei soggetti sopra richiamati, la pena è la reclusione da cinque a dieci anni se il grado di ebbrezza alcolica è compreso tra lo 0.8 a 1.5 grammi per litro.
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Omicidio stradale plurimo
L’omicidio stradale plurimo si verifica in due ipotesi:
- Quando l’incidente stradale provoca la morte di più persone;
- Quando l’evento determina la morte di una persona e le lesioni di una o più persone.
Al suo verificarsi, il legislatore ha previsto una pena più severa, più precisamente si applicherà la pena che si dovrebbe infliggere per la più grave delle violazioni aumentata fino al triplo, ai sensi dell’art. 589 bis c.p..
Analoga disposizione è prevista per il reato di lesioni colpose gravi e gravissime di cui all’art. 590 bis c.p.
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Omicidio stradale: attenuanti
Il comma 7 dell’art. 589 bis c.p. prevede un’ipotesi di attenuante del reato in esame, ovvero quando l’evento non sia l’esclusiva conseguenza dell’azione o dell’omissione del colpevole.
In tal caso infatti, la pena prevista dalla legge è ridotta fino alla metà.
In poche parole, quando il giudice ritiene che l’evento della morte sia stato determinato solo in parte, anche minima, per colpa della vittima o di un soggetto terzo, può decidere di applicare l’attenuante testé citata.
Si tratta, dunque, di un’ipotesi di concorso di colpa.
Il concorso di colpa ha lo scopo di coinvolgere anche l’eventuale responsabilità dell’ente proprietario o concessionario della strada.
In questi casi il legislatore ha deciso di ridurre la pena applicabile poiché l’evento, ovvero la morte a causa di omicidio stradale, non è il frutto esclusivo del soggetto agente bensì la sua condotta è stata “concausa” dell’evento stesso.
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Omicidio stradale: come difendersi
La strategia processuale difensiva da adottare nel caso in cui venga formulata dal PM l’accusa di omicidio stradale potrebbe non essere una cosa semplice.
È bene ricordare infatti che le pene previste dal legislatore per questo particolare reato sono piuttosto severe.
In ogni caso, e nei limiti in cui questo sia possibile, il difensore dovrebbe visionare lo stato dei luoghi ove si è verificato il sinistro, magari accompagnato anche da un consulente tecnico, perché in questo modo sarà possibile per il difensore predisporre la propria difesa con maggiore consapevolezza.
Ancora, potrebbe essere particolarmente opportuno per l’avvocato prendere contatti con le forze di polizia intervenute sul luogo del sinistro stradale per recuperare quanti più dati possibili e quante più informazioni possibili.
Nella fase delle indagini preliminari, invece, l’avvocato dovrebbe partecipare, anche con l’assistenza di un consulente, alle attività di ricerca della prova disposte dal Pubblico Ministero.
Ma non finisce qui, in questa particolare fase l’avvocato, su incarico del cliente, dovrebbe articolare delle vere e proprie investigazioni difensive al fine di ricostruire, nei limiti del possibile, la dinamica del sinistro stradale e le eventuali concause che hanno determinato l’evento.
Infine, nella fase processuale vera e propria, dopo aver valutato il quadro completo della situazione processuale, l’avvocato, ad esempio per il caso di omicidio stradale aggravato, potrebbe valutare se lo stato di alterazione abbia o meno influito effettivamente sulla condotta di guida o se, invece, sia stato ininfluente e conseguentemente fare leva su questo aspetto.
La strategia difensiva da adottare, quindi, dipende e varia a seconda delle peculiarità del caso concreto.
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Quanti morti all’anno sono causati dall’omicidio stradale

Purtroppo, secondo recenti statistiche il numero degli incidenti stradali stanno aumentando sempre di più.
Rispetto al 2021, nel 2022 gli incidenti stradali sono aumentati del 7.1% (70.554 rispetto ai 65.852 del 2021).
Di questi, sono ben 1.362 gli incidenti mortali (+7.8% rispetto all’anno precedente) e le vittime sono state ben 1.489 (+11.1% rispetto al 2021).
Gli scontri con feriti, invece, sono stati ben 28.914 (+8.4%) mentre il numero dei feriti è di ben 42.300 (con aumento del 10.6% rispetto al 2021).
Si tratta, a ben vedere, di un fenomeno dilagante e che ha spinto il legislatore ad intervenire più volte al fine di reprimere le condotte incaute durante la circolazione stradale.
Per quanto concerne le città con il numero più elevato di incidenti stradali, è possibile sicuramente citare Roma, Milano e Genova.
Le prime due, statisticamente parlando, sono anche le città con il maggior numero di feriti e di morti negli incidenti stradali occorsi nei rispettivi territori.
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Quando rivolgersi ad un avvocato
Se sei stato coinvolto in un omicidio stradale è di fondamentale importanza rivolgersi immediatamente ad un avvocato specializzato nel diritto penale.
Avere un legale esperto fin dall’inizio è cruciale per un buon esito del processo.
Se sei alla ricerca di un legale, Avvocato Ritiro Patente è il sito giusto.
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